di Pier Giorgio Cozzi
Primi caldi, voglia di vacanza. Ci guardiamo intorno cercando la proposta più attraente, ma… come sono, a volte, poco attraenti le agenzie di viaggi! Per non parlare delle loro vetrine. La maggioranza (non tutte, qualche rara avis c’è) è anonima, poco radiosa e poco spaziosa, banchi soffocati da ogni cosa, vetrine con offerte di viaggi appiccicate al vetro a volte scadute e (quando c’è) qualche poster stinto dal sole. Per non dire del personale di front line, perennemente “incasinatissimo” e alle prese con tastiere del pc e cornetta del telefono (volete che trovi anche il tempo di sorridere al cliente che entra? ma questo è un altro discorso).
Eppure, il turismo di vacanza (in parte minore, anche gli altri turismi) è una combinazione di fattori socio-economici in cui l’emozione individuale ha non piccolo peso. In cui l’acquisto del prodotto/servizio rappresenta la fase finale di un processo onirico che inizia nella mente del consumatore-turista col “desiderio di”. Se è così, perché il Punto di Vendita del prodotto viaggi & vacanze deve essere meno invitante dei punti di vendita dei prodotti/servizi concorrenti? Naturalmente non sto parlando delle altre agenzie di viaggi; mi riferisco ai concorrenti che, più attraenti come layout e display, dirottandone la capacità di spesa sottraggono clienti al turismo: “negozi” di telefonini o di computer, di abbigliamento o di intimo; penso ai fast-food, a certi vine shop e corner alimentari del fresco nella grande distribuzione… L’elenco potrebbe continuare.